YURTA E DIMORE IN NATURA
“Hanno piccole case di legno, di forma rotonda, con il tetto di feltro o di altro ruvido panno; e quando devono migrare, le smontano e le caricano sui loro carri a quattro ruote. Arrivati nel posto prescelto, essi le apprestano di bel
nuovo, avendo sempre cura di rivolgere verso Mezzogiorno la porta d’ingresso.”
Marco Polo, 800 anni fa
CASE YURTA
Da millenni gruppi di mongoli si spostano lungo le estese aree dell’Asia centrale, adattandosi alle dure condizioni del clima continentale delle steppe. Si tratta di una popolazione nomade dedita alla caccia e all’allevamento di cavalli, cammelli, buoi e pecore. La transumanza periodica ha favorito lo sviluppo di un modello abitativo di facile realizzazione, semplice da montare e smontare. La cellula abitativa per queste genti è un particolare modello di tenda circolare chiamata Yurta (gher in mongolo): una casa mobile facilmente trasportabile, la cui struttura riesce a far fronte agli sbalzi termici e ai cambiamenti climatici con il variare dello spessore dei rivestimenti posti uno sull’altro. Si tratta di una leggera copertura di stuoie che riveste la prima parete, che con l’abbassarsi della temperatura esterna viene via via rafforzata da strati sovrapposti di feltro. Questo materiale è strettamente legato alla storia della yurta, si tratta di un panno morbido e resistente ottenuto mediante l’operazione di follatura della lana. L’idea di una tenda circolare nasce dall’esigenza di rispettare gli spazi, propri e dei vicini, facendo molta attenzione alle divisioni eque del territorio da utilizzare; il cerchio è la forma più elementare di delimitazione dello spazio, il juree: lo spazio circolare in cui si stanziava la comunità nomade e al centro del quale trovava posto la yurta del capo anziano. Da un punto di vista simbolico, il cerchio sommitale e la struttura a raggiera convergente su di esso acquisiscono un simbolismo cosmico: rappresentano infatti il sole ed i suoi raggi, la volta celeste da cui filtrano i raggi solari.
Ultimate le pareti viene sistemato il pavimento con strati di foglie secche (per isolarlo dall’umidità) ricoperte da tappeti di feltro. Al centro viene sistemato il focolare quadrato in corrispondenza dell’apertura circolare del tetto, che durante il giorno è aperta per far uscire il fumo. Il focolare non ha solo funzione di cucina e riscaldamento, ma ha anche un preciso valore
simbolico; è infatti il centro della vita familiare, il quadrato nel mondo iscritto in uno spazio circolare.
La yurta è stata concepita per essere un’abitazione nomade,
questo significa che si può erigere e smontare in poche ore ed è facilmente trasportabile.
Le yurta sono tende usate come abitazione da molte popolazioni dell’Asia centrale, in particolar modo dal popolo mongolo, che da essa è stato protetto (e continua tutt’oggi ad esserlo) dai rigidi inverni della steppa. Il genio Mongolo non solo è riuscito molti secoli fa a progettare e realizzare una struttura ideale per questo scopo, ma lo ha fatto anche con incredibile sensibilità estetica. La yurta infatti è estremamente bella, tanto semplice e morbida visivamente all’esterno, quanto incredibilmente ricca di particolari e armoniosa al suo interno. Risulta praticamente impossibile rimanere indifferenti quando vi si entra dentro.
La yurta è particolarmente bella vista dall’esterno con il suo profilo essenziale e pulito, ma è all’interno che se ne
coglie il puro fascino. Entrandoci ti puoi stupire dell’abbondanza e della ricchezza dei dettagli e dell’armonia
che comunica l’ambiente nell’insieme.
Una valida alternativa ai mattoni
La yurta è prima di tutto una casa, una casa “nomade” che ti può seguire ovunque tu vada, essa è nata con questo scopo!
E’ nata per accogliere e proteggere, funziona 365 giorni all’anno perché il suo spesso strato di feltro in pura lana la
rende calda d’inverno (a patto che sia riscaldata dall’apposita stufa) e isola dal calore d’estate.
In Europa la yurta è molto diffusa specialmente in Inghilterra, Francia, Olanda, ed anche in Spagna, ma ultimamente sta iniziando a crescere l’attenzione verso questa abitazione alternativa anche qui in Italia. La yurta, quindi, può essere
una valida alternativa ai “mattoni”: economica, pratica, accogliente, resistente, naturale! E’ indicata, in particolare
nelle sue versioni di metratura più ampie (sopra i 6 metri) per l’organizzazione di eventi e attività
quali per esempio yoga, meditazioni ed esposizioni artistiche.
OLTRE CHE PER ABITAZIONE LA TENDA YURTA S PRESTA PER DIVENTARE:
- luogo suggestivo ed accogliente per praticare sessioni di body-work, massaggio e altre attività orientate al benessere;
- sala per pranzi e cene esclusivi;
- in montagna può diventare un mini-chalet oppure per gli agriturismi una yurta può diventare un ambiente extra;
- nei camping e agri-camping la yurta può essere utilizzata come un bungalow, infatti all’estero esistono
campeggi composti da sole yurta (Spagna, Olanda, Inghilterra); - è perfetta nelle feste paesane o eventi di rievocazione storica e nei festival;
- La yurta è ideale per essere trasportata. Nelle versioni fino a 5 metri può essere caricata in un’auto spaziosa;
- è possibile aggiungere porte e finestre supplementari e connettere più yurta per avere un’abitazione con più stanze.
CASE ECOLOGICHE
Una casa ecologica è una costruzione realizzata con materiali non inquinanti, limitando al massimo il consumo di energie non rinnovabili. I progetti di bioedilizia e di bioarchitettura sono basati su tecnologie che tengono sotto controllo temperatura, umidità, campi elettromagnetici e sostanze inquinanti all’interno degli edifici. Tra i materiali si prediligono quelli naturali, di produzione locale nonché poco inquinanti nelle fasi di produzione e smaltimento; si realizzano impianti elettrici che
limitino al massimo la presenza di campi elettromagnetici; le tecniche costruttive adottate consentono un’adeguata traspirazione e ventilazione delle strutture; si utilizzano impianti che limitano il consumo energetico e
si adottano misure che riducono la dispersione del calore.
Grande importanza riveste anche la scelta del luogo in cui costruire, che dovrà consentire la massima integrazione tra edificio e ambiente. I materiali da costruzione selezionati avranno caratteristiche adatte alla funzione che dovranno svolgere, quindi in particolare: capacità di accumulare calore, coibentazione e igroscopicità (capacità di assorbire umidità). Tra i materiali più usati vi sono: il legno, che tra l’altro consente di creare ambienti che infondono serenità e rilassamento; il sughero che, trasformato in pannelli, garantisce un ottimo isolamento acustico e termico (coibentazione) ed ha caratteristiche di traspirabilità, impermeabilità e resistenza all’azione di insetti e roditori; la fibra di cellulosa, ottenuta dal riciclo della carta,
anch’essa adatta alla coibentazione. Sul fronte del consumo energetico la casa ecologica è progettata e costruita
per ridurre al minimo le dispersioni di energia attraverso un efficiente isolamento termico.
Solidità
Per quanti associano la solidità di una casa al cemento, osservate come una casa di legno di sette piani, realizzata nei laboratori Ivalsa Cnr di San Michele all’Adige (Trento) grazie ad un progetto di ricerca finanziato dalla Provincia autonoma
di Trento, ha resistito con successo al test antisismico di 7,2° della scala Richter considerato dai giapponesi il più
distruttivo per le opere civili: la simulazione del terremoto di Kobe.
(PRIMA di avviare i video RICORDA di stoppare la MUSICA della pagina dal pulsante PLAY/PAUSE in alto a sinistra).
Casa Natura
Casa circolare in legno semplice e favolosa mimetizzata con la natura che può costruire chiunque.
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